Che tipo di compensazione dovrebbero offrire le compagnie aeree per i voli in ritardo: compensazione per danni morali, fisici o entrambi?

Poiché ogni mese nell’UE circa 5.000 voli vengono cancellati e un numero di voli 30 volte superiore subisce ritardi, in teoria i frequent traveler dovrebbero sapersi districare tra i sistemi truffa adottati dalle compagnie aeree per evitare i rimborsi. Ciò nondimeno, secondo le statistiche, le compagnie aeree pagano una compensazione adeguata soltanto nel 5% dei casi di disagi di volo, inducendo i passeggeri ad accettare buoni ridicoli o rimborsi irrisori. Gli esperti sostengono che ciò non sia sufficiente e che i viaggiatori debbano sempre considerare anche l’aspetto morale del disagio subito.

Se vi è mai capitato che il vostro volo fosse in ritardo, cancellato o in overbooking, vi sarete probabilmente imbattuti negli stratagemmi usati dalle compagnie aeree per cercare di coprire i loro errori – buoni pasto, un altro volo, un tour della città o altre forme ridicole di rimborso. Tuttavia, ogni passeggero che abbia subito un disagio di volo ha diritto a una compensazione adeguata ai sensi del regolamento CE n. 261. Gli esperti osservano che l’importo non dovrebbe coprire soltanto il costo del biglietto o dei pasti consumati mentre ci si trovava bloccati in aeroporto, ma anche gli aspetti morali – quindi la sofferenza psicologica e la violazione dell’onore e della dignità della persona.

Come spiega il Dr. L. Marcinkevicius, avvocato presso lo studio legale indipendente Juridicon & partners che vanta un’ampia esperienza in casi internazionali, “una compensazione morale può e deve essere richiesta in tutti i casi in cui una persona abbia subito disagi e danni fisici o psicologici. In base alla legge, il termine si applica anche a depressione emotiva, umiliazione e danno alla reputazione della persona. Se le preoccupazioni di una persona arrivano al punto di poter essere considerate superiori alla norma, allora una compensazione morale può essere ritenuta una necessità”.

Marius Stonkus, CEO di SKYCOP, una società che difende i passeggeri e i loro diritti nella lotta contro i comportamenti scorretti delle compagnie aeree rispetto ai rimborsi dei voli, spiega però che persino le persone che prendono moltissimi aerei nella loro vita continuano a cadere in queste trappole tese da compagnie aeree sleali, dimenticando l’aspetto morale.

“Nei momenti di completa disperazione e caos, è più che naturale che l’essere umano che si sente annegare si appigli alla prima fune che gli viene lanciata per rimanere a galla. Ciò nondimeno, come afferma il diritto dell’UE, la compensazione non serve solo a rimborsare il prezzo del biglietto ma anche a coprire tutte le spese che non sono state coperte dalla compagnia aerea – il viaggio da e verso l’aeroporto, il denaro pagato per un alloggio, i viaggi programmati ecc.”, osserva Marius Stonkus, che gestisce la piattaforma globale www.skycop.comche aiuta i viaggiatori a ricevere una compensazione adeguata. “Inoltre, non dimentichiamo tutto lo stress causato dalla situazione, che a lungo andare può anche portare a problemi di salute”.

Secondo il regolamento CE n. 261, che descrive i disagi di volo nell’Unione europea, i viaggiatori che hanno subito un ritardo superiore a tre ore, la cancellazione di un volo a meno di 14 giorni dalla data di partenza o sono stati fatti scendere dal volo perché in overbooking hanno diritto a una compensazione fino a € 600. Pertanto, precipitarsi ad afferrare la prima fune lanciata dalle compagnie aeree dopo un disagio di volo sarebbe come cadere in una trappola.

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